sabato 25 giugno 2011

BUONE VACANZE A TUTTI !!!


Se passate da queste parti lasciatemi un salutino nei commenti!














CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE...






domenica 5 giugno 2011

La principessa Rebecca e il principe Davide

C’ era una volta una principessa di nome Rebecca che viveva in un bellissimo castello.
Una notte dalla torre entrò un losco individuo che rapì la principessa.
Quando, il giorno dopo, la regina Noemi andò a svegliare Rebecca, vide che era scomparsa,
così chiamò immediatamente il principe Davide e gli ordinò di andare a cercare
la sua amata figlia, in cambio l’avrebbe avuta in sposa.
Davide, in groppa al suo fedele scudiero, iniziò il suo lungo viaggio. Dapprincipio incontrò uno sconosciuto, che gli chiese dove stesse andando. Il principe gli rispose che era alla ricerca della sua amata Rebecca, che era stata rapita da qualche disonesto individuo.
Allora lo sconosciuto offrì al principe da bere; Davide, che era molto assetato, bevve una borraccia piena di veleno; così cadde a terra svenuto.
Tre giorni dopo le guardie della regina Noemi lo trovarono svenuto in un boschetto molto cupo; lo misero sulle spalle e si avviarono verso il castello. Durante il tragitto il principe aprì gli occhi, quando le sentinelle se ne accorsero, lo misero a terra e gli chiesero come si sentiva. Il principe, nonostante la debolezza, era sicuro di voler continuare il viaggio alla ricerca della principessa.
Così decise d’andare da una maga indovina per chiederle un mezzo magico che potesse combattere contro chi aveva rapito Rebecca. L’indovina perlustrò la sua sfera di cristallo e vide una spada lucente conservata in una grotta governata da un orso malvagio. Poi vide una torre altissima: Rebecca era rinchiusa lì!
Il principe si incamminò e in poco tempo raggiunse la grotta; lentamente e di soppiatto entrò e vide la spada che giaceva vicino all’orso che sonnecchiava; come un fulmine afferrò la spada e in poco tempo fu fuori dalla grotta.
Si avviò verso sud e trovò la torre , da una finestrella Rebecca urlava:- Aiutoo! Aiutoo!
Subito Davide iniziò la sua lotta con il losco individuo e, grazie alla sua spada magica, lo paralizzò. In poco tempo liberò la ragazza e la riportò a casa.
Il principe Davide e la principessa Rebecca si sposarono e vissero felici e contenti per tutta la vita.

Alessia, Elisa, Davide e Chiara

LA MUGNAIA SOFIA


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C’ era una volta una giovane mugnaia di nome Sofia. Un giorno una strega  malvagia di nome Varana bussò alla sua porta e  le disse :-Tra cinque anni morirai soffocata dalle spine delle rose.
Passarono quattro anni e un principe grazioso andò dalla mugnaia e le disse:-Non ti preoccupare! Romperò l’incantesimo con i miei poteri magici .
Così il principe, con i suoi poteri magici si incamminò nella foresta delle rose e su tutti i fiori depose la polvere magica.
In seguito giunse alla casa della mugnaia e le comunicò che era libera dall’aincantesimo.
Il principe che era innamorato di sofia, la chiese in sposa.
Nel pomeriggio si celebrarono le n ozze  in un castello incantato situato sul monte Calvario.
Dopo qualche anno  la mugnaia diede alla luce due piccoli bambini graziosi e vissero felici e contenti.

Martina -Angelo -Simone R

IL SIGNOR BABBONE

C’era una volta un signore brontolone di nome Babbone, indossava sempre un cappotto grigio, un paio di scarpe nere da funerale e un cappello marrone. Ogni giorno andava al supermercato a fare la spesa e lì incontrava tanta gente, che lo salutava con aria vispa, ma lui non faceva una piega e brontolava.

Alcuni giorni, addirittura, si rinchiudeva in bagno per non vedere la gente che passava.
Si dice che nella soffitta avesse una bacchetta magica, con cui faceva gli esperimenti.
Arrivò Halloween e i bambini bussarono ripetutamente alla sua porta; quel giorno iniziò ad offrire carramelle e cioccolato a tutti.
Tutti lo guardarono stupiti, era diventato gentile! Perchè?  Perchè il signor Babbone era stato colpito dalla sua bacchetta per sbaglio, mentre faceva dei test!
I bambini  gridarono a squarciagola:- Il signor Babbone è diventato gentile!
E da quel momento tutti i bambini ad Halloween bussarono alla sua porta e lui esclamava: -Buon Halloween bambini!!!!!!!!!!.

Aurora e Simone

IL DRAGO DELLA FENICE


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C’ era una volta un bambino di nome Fred che non credeva ai draghi e alle loro storie. Un giorno prese un quadro che raffigurava un drago e incominciò a fissarlo e improvvisamente vi si ritrovò intrappolato: era nel mondo della Fenice!
Questo luogo era la terra dei draghi, un tempo era ricco di vegetazione, ora era squallido, non vi era più cibo. Regnava solo l’infelicità e la miseria!
Il bambino si ritrovò faccia a faccia con il drago che disse :- Non c’è più cibo! I villaggi sono stati saccheggiati dagli altri draghi cattivi! Hanno trasportato il cibo attraverso il bosco delle tenebre, poi hanno raggiunto “Il Castello di Fuoco” attraverso il Burrone della Discordia. Aiutami, ti prego!-
- Mi sento pronto! –affermò Fred
- Ti servirà un’ armatura adeguata! L’ armatura sarà d’ argento! È più resistente!.
Così i due raggiunsero il Bosco delle Tenebre . Gli alberi erano alti, i tronchi avevano un colore bruttissimo: marrone scuro e grigio; le foglie non erano da meno, erano verde marcio .
Finalmente giunsero al Castello di Fuoco; lì viveva una persona malvagia, guardiano del castello che non voleva far oltrepassare nessuno .
Appeso al portone trovarono le istruzioni: avrebbero dovuto arrivare alla torre più alta e sconfiggere il malvagio.
Fred con l’aiuto del drago lottò a lungo con il guardiano. Dopo averlo sconfitto, raggiunsero il Burrone della Discordia: era profondo 700 metri!
Fred e il drago riuscirono a oltrepassarlo e in lontananza intravidero i draghi con il cibo; li raggiunsero e lottarono.
Sconfitti i draghi cattivi, il regno ritornò ricco e rigoglioso e il drago buono distribuì il cibo alla gente del villaggio. Infine Fred tornò a casa felice e contento per aver compiuto una buona azione!
FINE!


Paolo e Giovanni

IL DELFINO E LA FATA ARGENTINA

C’ era una volta un delfino dal musetto simpatico e gli occhi azzurri; si chiamava Pippo e il suo desiderio era di raggiungere la luna, ma lui era un pesce come tutti gli altri e non avrebbe potuto rimanere fuori dall’acqua per molto tempo. Gli sarebbe servito un incantesimo. Così andò in cerca di qualcuno che lo potesse aiutare . Mentre ballonzolava di qua e di là, vide una meravigliosa fanciulla con un lungo vestito ricoperto di perle argentate; nonostante il peso delle pietre preziose, nuotava con tanta grazia e sembrava volare.
Il delfino era sbalordito, mai in vita sua aveva visto tanta bellezza e tanto splendore in una ragazza.
Così si fece coraggio e chiese alla meravigliosa fanciulla chi fosse e che cosa facesse in fondo al mare. La fanciulla, con voce melodiosa e leggera come il vento, rispose che era la fata Argentina e si trovava lì in fondo al mare proprio per aiutarlo. Il delfino era fuori di sé dalla gioia e non poté fare a meno di gettarsi al collo di Argentina e per un paio di minuti stette ad urlare per la felicità .
La fata Argentina, tirò fuori dalla tasca un oggetto dalla sagoma cilindrica e Pippo, che non aveva mai visto prima un aggeggio del genere , chiese:- Che cos’è questa roba? – La fata fece un piccolo risolino poi rispose :- Ah! Ah! È una bacchetta magica delfino! A proposito - chiese - come ti chiami ?-
Pippo rispose con orgoglio :- Mi chiamo Pippo, madame! - Argentina annuì . Quindi prese la bacchetta magica, entrò nel razzo con cui era sopraggiunta e ordinò al delfino di seguirla .
Poi bisbigliò alcune frasi e improvvisamente il razzo decollò e in poco tempo raggiunse la luna .
Atterrarono e nel giro di poco tempo cominciarono a passeggiare sulla superficie lunare: in realtà sembravano volare! Non c’era la forza di gravità!
Pippo non credeva ai suoi occhi, era felice; invece Argentina pareva pensierosa … Il delfino le chiese:- Perché non sei felice? Cos’è che ti tormenta ?- Argentina non parlò, sembrava non ne avesse la forza! Poi improvvisamente indicò una strana figura: era un extraterrestre!
Quel losco individuo con i suoi occhi fatati immobilizzò il povero delfino!
Allora la fata prese subito la bacchetta magica e paralizzò l’ extraterrestre, poi con tono furioso domandò : - Chi sei ? Come ti chiami ? E cosa vuoi dal mio amico? –
L’ extraterrestre rispose :- Mi chiamo Terror , io conosco il tuo amico, da piccoli eravamo molto amici e… - Ma la fata non gli fece concludere la frase e continuò :- E perché lo hai immobilizzato se siete amici ?- Terror rispose seccato :- Se mi fai concludere la frase te lo dico! Da piccoli eravamo amici e anch’io ero un delfino! Un tempo sognavamo di andare sulla luna insieme.-
La fata non potendo trattenersi ribadì:-E come mai ora sei un extraterrestre?-
Terror ribatté:-Uno scienziato, amico di Pippo, mi ha trasformato in un alieno!
Argentina, finse di commuoversi, poi esclamò:-Che storia commovente! Oh … accidenti, non mi impietosisci!-
L’extraterrestre si mise a piangere, poi con un filo di voce singhiozzò:-Tu non sei e, probabilmente, non sarai mai una persona sensibile! Io ho una moglie e due figli, a cui ogni giorno devo procurare del cibo! Lo sai questo? ¬
La fata , commossa, si scusò:-Mi dispiace molto! Non sapevo che avessi dei figli … - detto questo sciolse l’incantesimo, poi chiese:- A proposito che cosa dai da mangiare ai tuoi figli? – L’extraterrestre rispose un po’ titubante :- Ecco.. sai… io ho intrappolato Pippo… Non ti chiedi il motivo? I miei piccoli mangiano… bevono… il sangue di… delfino!
La fata perplessa domandò: _ Sei sicuro? Possono bere solo sangue di delfino? -
Terror rispose :- Beh… in effetti non saprei … però ci potrei ripensare…- Nel frattempo Pippo si riprese, era molto rigido nei movimenti, così stiracchiò un pochino.
Allora i tre “amici”si incamminarono verso la tana dell’extraterrestre: era una grotta buia e ombrosa che assomigliava ad una prigione.
Appena terror entrò nella caverna , un piccolo alieno corse ad abbracciarlo.
Poi, da un cunicolo, comparve un'extraterrestre femmina, alta come Terror.
La “donna”, che si chiamava Marta, si rivolse a Terror e disse :-Ma chi sono questi?-
-I miei...ehm ...amici!- rispose Terror.
-Tra cui anche un delfino…?- chiese Marta - Forse è per pranzo!- aggiunse il piccolo extraterrestre.
Terror, per togliersi da quell’impiccio, raccontò alla moglie che quelle persone si erano offerte di farli ritornare delfini.
Poi , condusse gli ospiti nella caverna e li fece accomodare su un tavolino di pietra .
Appena si furono seduti , Pippo, che non parlava da un po', mormorò :- Noi non abbiamo mai detto che vi avremmo aiutati a ritornare come prima!-
Terror ribattè :- Io l’ho fatto per voi! Mia moglie non vi avrebbe mai fatti entrare! – poi continuò ¬–anche se … in realtà… qualcosa potete fare per aiutarci. Vero?
La fata Argentina, che era sempre contenta di soccorrere qualcuno, esclamò:- Bene! Allora…tutti sulla mia navetta: si va verso la terra ! Pippo mi indichi la strada ?-
Così Terror, che non stava più nella pelle, chiamò sua moglie :-Forza ! Carica i piccoli sul razzo! Si parte! Ritorniamo sulla terra!-
Il razzo era troppo piccolo , così la fata , con un tocco di bacchetta magica, lo fece diventare grande il doppio .
Il viaggio fu molto lungo , ma appena raggiunsero la terra si sgranchirono le “gambe”.
Poi si spinsero verso il fondale marino e proprio lì la fata sciolse l’incantesimo: i delfini ritornarono a nuotare tra le acque come un tempo e vissero per sempre felici e contenti!

Sofia L. & Chiara P.

giovedì 2 giugno 2011

OTZI: Mostra temporanea fino al 12 gennaio 2012 al museo archeologico di Bolzano

LA PRINCIPESSA RAPITA


C'era una volta una principessa di nome Anastasia che viveva in un castello bellissimo.
Un giorno decise di andare a fare una passeggiata nel bosco.
All' improvviso  uno gnomo, che era nascosto dietro un albero,  la rapì e la portò nel suo rifugio segreto per tenerla per sempre con sé.
Il re e la regina la cercarono per tutto il regno, ma non la trovarono. Una notte, però,  sentirono delle grida che provenivano dal rifugio dello gnomo e tutto il regno si svegliò. Allora il re chiese al  principe Alessandro di andare cercare la principessa; così il giovane partì con il suo fedele destriero e si avviò verso il bosco. Ad un tratto , nel bel mezzo della foresta, sentì le grida della principessa . Lentamente , senza fare  il minimo rumore,  arrivò alla grotta dello gnomo ed entrò: la principessa Anastasia era legata ad un palo e lo gnomo sonnecchiava sulla sua poltrona .
Allora , mentre il giovane cercava di sciogliere i nodi della corda,  la principessa, tutta intimorita,  lo esortava : - Presto! Prima che si svegli...-
All’improvviso lo gnomo si svegliò e quando vide il principe che stava slegando la principessa si arrabbiò moltissimo.
A quel punto prese  la  sua    spada e combattè contro lo gnomo, che in poco tempo fu sconfitto.
Poi il ragazzo prese la principessa e la portò nel suo castello.
I due si sposarono e vissero felici e contenti.

ALESSIA, BEATRICE E GIADA

mercoledì 1 giugno 2011

Il cavallo Pegaso e la principessa Elisabetta


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Un giorno la principessa Elisabetta uscì per giocare con il suo bellissimo cavallo alato Pegaso . Era sua abitudine farlo tutte le mattine, ma purtroppo quella volta non ritornò più a casa .
La regina non vide più la sua adorata figlia!
Così il suo fedele cavallo Pegaso andò a cercare la principessa. Aveva scoperto che un mago cattivo la teneva prigioniera.
Il cavallo alato affrontò vari pericoli durante il viaggio.
Finalmente arrivò ai piedi del vulcano infuocato e vide che lo stregone stava lanciando la principessa nella lava.
Allora Pegaso iniziò a recitare una filastrocca per salvare la principessa:- Porte e porte dovete attraversare , i vavalli dovranno arrivare... -
A quel punto giunsero un branco di cavalli alati che aggredirono il mago e lo scaraventarono con i loro zoccoli nel cratere del vulcano.
Alla fine Pegaso e la principessa tornarono a casa; giunti al castello il cavallo alato  rivelò la sua vera identità: in realtà era un principe .
Presto si celebrarono le nozze tra la principessa Elisabetta e il principe Pegaso e vissero felici e contenti per tutta la vita.

( Lisa G. e Vania L. )