C’ era una volta un delfino dal musetto simpatico e gli occhi azzurri; si chiamava Pippo e il suo desiderio era di raggiungere la luna, ma lui era un pesce come tutti gli altri e non avrebbe potuto rimanere fuori dall’acqua per molto tempo. Gli sarebbe servito un incantesimo. Così andò in cerca di qualcuno che lo potesse aiutare .
Mentre ballonzolava di qua e di là, vide una meravigliosa fanciulla con un lungo vestito ricoperto di perle argentate; nonostante il peso delle pietre preziose, nuotava con tanta grazia e sembrava volare.
Il delfino era sbalordito, mai in vita sua aveva visto tanta bellezza e tanto splendore in una ragazza.
Così si fece coraggio e chiese alla meravigliosa fanciulla chi fosse e che cosa facesse in fondo al mare. La fanciulla, con voce melodiosa e leggera come il vento, rispose che era la fata Argentina e si trovava lì in fondo al mare proprio per aiutarlo. Il delfino era fuori di sé dalla gioia e non poté fare a meno di gettarsi al collo di Argentina e per un paio di minuti stette ad urlare per la felicità .
La fata Argentina, tirò fuori dalla tasca un oggetto dalla sagoma cilindrica e Pippo, che non aveva mai visto prima un aggeggio del genere , chiese:- Che cos’è questa roba? – La fata fece un piccolo risolino poi rispose :- Ah! Ah! È una bacchetta magica delfino! A proposito - chiese - come ti chiami ?-
Pippo rispose con orgoglio :- Mi chiamo Pippo, madame! - Argentina annuì . Quindi prese la bacchetta magica, entrò nel razzo con cui era sopraggiunta e ordinò al delfino di seguirla .
Poi bisbigliò alcune frasi e improvvisamente il razzo decollò e in poco tempo raggiunse la luna .
Atterrarono e nel giro di poco tempo cominciarono a passeggiare sulla superficie lunare: in realtà sembravano volare! Non c’era la forza di gravità!
Pippo non credeva ai suoi occhi, era felice; invece Argentina pareva pensierosa … Il delfino le chiese:- Perché non sei felice? Cos’è che ti tormenta ?- Argentina non parlò, sembrava non ne avesse la forza! Poi improvvisamente indicò una strana figura: era un extraterrestre!
Quel losco individuo con i suoi occhi fatati immobilizzò il povero delfino!
Allora la fata prese subito la bacchetta magica e paralizzò l’ extraterrestre, poi con tono furioso domandò : - Chi sei ? Come ti chiami ? E cosa vuoi dal mio amico? –
L’ extraterrestre rispose :- Mi chiamo Terror , io conosco il tuo amico, da piccoli eravamo molto amici e… - Ma la fata non gli fece concludere la frase e continuò :- E perché lo hai immobilizzato se siete amici ?- Terror rispose seccato :- Se mi fai concludere la frase te lo dico! Da piccoli eravamo amici e anch’io ero un delfino! Un tempo sognavamo di andare sulla luna insieme.-
La fata non potendo trattenersi ribadì:-E come mai ora sei un extraterrestre?-
Terror ribatté:-Uno scienziato, amico di Pippo, mi ha trasformato in un alieno!
Argentina, finse di commuoversi, poi esclamò:-Che storia commovente! Oh … accidenti, non mi impietosisci!-
L’extraterrestre si mise a piangere, poi con un filo di voce singhiozzò:-Tu non sei e, probabilmente, non sarai mai una persona sensibile! Io ho una moglie e due figli, a cui ogni giorno devo procurare del cibo! Lo sai questo? ¬
La fata , commossa, si scusò:-Mi dispiace molto! Non sapevo che avessi dei figli … - detto questo sciolse l’incantesimo, poi chiese:- A proposito che cosa dai da mangiare ai tuoi figli? – L’extraterrestre rispose un po’ titubante :- Ecco.. sai… io ho intrappolato Pippo… Non ti chiedi il motivo? I miei piccoli mangiano… bevono… il sangue di… delfino!
La fata perplessa domandò: _ Sei sicuro? Possono bere solo sangue di delfino? -
Terror rispose :- Beh… in effetti non saprei … però ci potrei ripensare…- Nel frattempo Pippo si riprese, era molto rigido nei movimenti, così stiracchiò un pochino.
Allora i tre “amici”si incamminarono verso la tana dell’extraterrestre: era una grotta buia e ombrosa che assomigliava ad una prigione.
Appena terror entrò nella caverna , un piccolo alieno corse ad abbracciarlo.
Poi, da un cunicolo, comparve un'extraterrestre femmina, alta come Terror.
La “donna”, che si chiamava Marta, si rivolse a Terror e disse :-Ma chi sono questi?-
-I miei...ehm ...amici!- rispose Terror.
-Tra cui anche un delfino…?- chiese Marta - Forse è per pranzo!- aggiunse il piccolo extraterrestre.
Terror, per togliersi da quell’impiccio, raccontò alla moglie che quelle persone si erano offerte di farli ritornare delfini.
Poi , condusse gli ospiti nella caverna e li fece accomodare su un tavolino di pietra .
Appena si furono seduti , Pippo, che non parlava da un po', mormorò :- Noi non abbiamo mai detto che vi avremmo aiutati a ritornare come prima!-
Terror ribattè :- Io l’ho fatto per voi! Mia moglie non vi avrebbe mai fatti entrare! – poi continuò ¬–anche se … in realtà… qualcosa potete fare per aiutarci. Vero?
La fata Argentina, che era sempre contenta di soccorrere qualcuno, esclamò:- Bene! Allora…tutti sulla mia navetta: si va verso la terra ! Pippo mi indichi la strada ?-
Così Terror, che non stava più nella pelle, chiamò sua moglie :-Forza ! Carica i piccoli sul razzo! Si parte! Ritorniamo sulla terra!-
Il razzo era troppo piccolo , così la fata , con un tocco di bacchetta magica, lo fece diventare grande il doppio .
Il viaggio fu molto lungo , ma appena raggiunsero la terra si sgranchirono le “gambe”.
Poi si spinsero verso il fondale marino e proprio lì la fata sciolse l’incantesimo: i delfini ritornarono a nuotare tra le acque come un tempo e vissero per sempre felici e contenti!
Sofia L. & Chiara P.