domenica 22 aprile 2012

LABORATORIO DI POESIA : IL LIMERICK

Il LIMERICK  è   un particolare  NONSENSE (dall'inglese: senza senso) buffo e surreale, è  una breve   composizione in versi che ha lo scopo di far divertire.


Un'anziana signora di Praga.              A
Si esprimeva in maniera assai vaga.    A
Le chiedevi: -E' un babà?                  B
Rispondeva:-Chissà!                         B
Quell'anziana Cassandra di Praga.     A
                                           E. Lear


Il LIMERICK fu inventato da  Edward Lear   ( Londra 1812 -San Remo 1888).
I limerick di Edward Lear


Anche  Gianni Rodari ha amato questo genere di testo poetico, si è divertito a scrivere limerick
e nel libro “La grammatica della fantasia”, ha spiegato bene come realizzarli.


Una volta un dottore di Ferrara.                 A
Voleva levare le tonsille ad una zanzara.      A
L'insetto si rivoltò.                                     B  
e il naso puncicò.                                       B
A quel tonsillifico dottore di Ferrara.           A
G. Rodari - Parole per giocare - Grammatica della fantasia


COME SI CREANO I LIMERICK
Nel primo verso si presenta il protagonista e una località:
C'ERA UNA VOLTA UN SIGNORE DI LIVORNO
Nel secondo verso si descrive una caratteristica del personaggio, un'azione o un difetto:
CHE MANGIAVA COZZE PER CONTORNO
Nel terzo e nel quarto verso si introducono le vicende che accadono, quindi le conseguenze assurde dei primi versi:
UN GIORNO NE MANGIO' A CUCCHIAIATE
SENZA AVERLE LAVATE.
Nel quinto e ultimo verso si riprende il primo verso aggiungendo una qualità .
OH, CHE SCIOCCO QUEL SIGNORE DI LIVORNO!
Le rime seguono lo schema
AABBA



Edward Lee e Gianni Rodari



I NOSTRI LIMERICK

IL GATTO DI MESSINA
C'era un gatto di Messina
che rubava sempre cioccolata dalla cucina,
poi un giorno l'han beccato
tolsero allora il cioccolato.
Oh , quel goloso gatto di Messina.
(Federica)

LA SIGNORA DI CASORATE
C'era una signora di Casorate
che pagava sempre tutte le rate;
un giorno non le volle pagare più
e finì in una tribù.
Oh, quell'ingenua signora di Casorate.
(Federica)

IL CUOCO DI FORLI'
C'era un cuoco di Forlì
che cucinava solo il martedì
e gli altri giorni cosa faceva?
Stava al banco e rideva.
Oh, quello sciocco cuoco di Forlì.
(Federica)

UN SIGNORE DI FINESTRELLE
Un signore di Finestrelle
voleva vedere le donne belle,
ma erano già tutte sposate
o altrimenti già fidanzate.
Oh, quel povero signore di Fenestrelle.
(Giacomo)

IL PESCATORE DI PALERMO
Un giorno un pescatore di Palermo
per sbaglio prese un merlo,
ma lui per questo animale non aveva la licenza,
allora il vigile gli diede una bella penitenza.
Quello sbadato pescatore di Palermo.
(Giacomo)

UN SIGNORE DI PRAGELATO
Un signore di Pragelato,
mangiava tanto gelato.
Un giorno ne mangiò quantità industriale
e stava per scoppiare.
Quello sfortunato signore di Pragelato.
(Giacomo)

MARIA DI SOMMA
C'era una volta Maria di Somma
che non trovava più la gomma,
suo figlio Luca gliel'ha rubata:
la sua era consumata!
Oh, quella povera Maria di Somma.
(Sofia)

L'UBRIACONA DI ROMA
C'era una volta una signora di Roma,
 che mangiava il pane con la toma;
un giorno di toma si ubriacò
e dal Colosseo cascò.
Oh, quell'ubriacona signora di Roma
(Sofia)

UN LADRO LIVORNESE
C'era una volta un ladro di Livorno,
mangiava sempre patate al forno
e pur di mangiarle le rubava a suo cugino
e lui rimaneva senza, poverino!
Quel ladro signore di Livorno.
(Sofia)

UN BAMBINO DI LIVORNO
C'era un bambino di Livorno,
mangiava pane tutto il giorno.
Era proprio un golosone,
mangiava anche il torrone.
Oh, quel bambino golosone di Livorno!
(Simone R.)

C'era un bambino di Spotorno,
che mangiava patate al forno,
finì per diventare una patata
e la pancia gli è scoppiata.
Oh, quel ciccione di Spotorno!
(Giada)

C'era un signore di Aulla,
che beveva il vino sotto una betulla.
Un giorno si ubriacò e nel mare si tuffò.
Oh, quel pazzo signore di Aulla.
(Alessia)

C'era una signora di Casorate
che adorava le cascate;
un giorno le andò a vedere e
la sua mano si riempì di pere.
Oh, quella strana signora di Casorate.
(Bea)

LA SIGNORA DI ROMA
C'era una signora di Roma
che ogni giorno faceva la toma;
era un formaggio davvero speciale
e sua madre ne mangiava un quintale.
Oh, quella grassa signora di Roma.
(Siria)

LABORATORIO DI POESIA: LE RIME

LO SCHELETRO

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Lo scheletro di notte
va in giro con le ossa rotte.
Incontra la befana
e le dice: - Buona settimana!-
La befana, un po' stupita
mangia allo scheletro le dita.

Poi incontra un gatto nero
e gli dice: - Sei brutto per davvero!-
Il gatto
che gliela voleva far vedere,
gli tira un calcio nel sedere.
                          Sofia